lunedì 21 febbraio 2011

lettera aperta alla Direzione del Parco Valgrande

lla Spettabile Direzione del Parco Nazionale della Valgrande,

Premetto che sono un frequentatore di alcune zone del Parco e ad esso limitorfe da diversi anni, ma che non vivo ne` sono originario dell'area del Verbano. Penso di avere un buon punto di vista per osservare come si presenta il Parco ad un visitatore esterno e, al contempo, di capire a sufficienza alcune caratteristiche intrinseche di quest'area meravigliosa e dello sforzo che si sta facendo per preservarle.
Vorrei condividere ora alcune osservazioni maturate in questi anni, in cui ho frequentato le montagne della Valgrande da turista, da escursionista e da corridore.
  1. Recupero dei sentieri.
    Il passato piu` o meno recente ha lasciato in dote decine, forse centinaia, di chilometri di mulattiere, sentieri e percorsi che pian piano scompaiono nel bosco con il tempo. Ritengo che il recupero e la segnalazione efficace di una parte di questi percorsi possa permettere a tanti di apprezzare le meraviglie che la Valgrande nasconde, senza per questo stravolgere l'equilibrio che si sta creando. E` anche una questione di sicurezza per escursionisti che sono spesso invogliati a seguire percorsi ben definiti, ma che si rivelano in alcuni punti pericolosamente franati, interrotti, o che si perdono nel bosco.
  2. Segnalazione dei percorsi.
    I sentieri ancora percorribili esistono, tuttavia sono poco segnalati. C'e` abbondanza di tracce che partono e non si sa 
    dove finiscono, bivi e trivii senza un cartello, alpeggi da cui partono cinque/sei sentieri dove non e` indicato quello "giusto"; devo poi far notare che i segnavia sono una vera rarita`, tanto che su alcuni percorsi sono spuntati segnavia artigianali, presumo frutto della volonta` di un singolo.
    Ritengo personalmente che segnalare i percorsi, cosi` come recuperarne altrui, sia compatibile con la cosiddetta wilderness, in quanto il sentiero permette una sola forma di "turismo": a piedi e perdipiu` lungo percorsi comunque spesso faticosi e non accessibili alle masse.
  3. Promozione coordinata del Parco e delle iniziative.
    Riscontro spesso che gruppi di turisti stranieri arrivano ad addentrarsi nel Parco, spinti dalla curiosita` verso questo angolo nascosto di mondo, tuttavia non sempre sanno dove andare, dove lasciare l'auto, dove possono andare con i bambini e dove con una cordata di alpinisti. Ad oggi si trovano percorsi elencati sul sito del Parco, sul sito della Comunita` montana, sul sito dei Parchi Italiani. È un lavoroeccellente che pero` sarebbe meglio unificare su un unico canale e rendere coerente con 
    • le indicazioni stradali verso i parcheggi dove lasciare le auto;
    • i tabelloni in corrispondenza di questi parcheggi 
    • la recettivita` di questi punti di partenza - penso a Cicogna e a quanti si spingono su una stradina estremamente stretta, con il rischio di non trovare parcheggio, senza sapere che/se esiste un servizio navetta da Rovegro o dai campeggi di Fondotoce. 
Spero che le critiche siano recepite in modo positivo, in quanto l'area merita davvero di essere valorizzata. Ad oggi la fruizione di queste aree e` limitata a pochi volenterosi, come il sottoscritto, ed alle persone native del luogo.
Nel mio piccolo, e` mia intenzione dare risalto a questa piccola iniziativa con una pubblicazione su blog, per cui saro` disponibile a pubblicare un eventuale risposta o proposta di azione da parte dell'Ente Parco.

Cordiali saluti,
Diego Trabucchi

Nessun commento:

Posta un commento