martedì 13 dicembre 2011

Grigne con Ale

Giovedì 8 Dicembre mi imbarco in una piccola avventura sulle Grigne, le montagne sopra Lecco così popolari fra i Lombardi. Mi piace correre in montagna, da un paio di anni a questa parte, ma è la prima volta che mi presento da queste parti con scarpette ed abbigliamento leggero.
Ore 7.15 circa lasciamo l'auto in piazza a Pasturo a circa 600m slm, da cui parte il mitico Trofeo Scaccabarozzi, e ci incamminiamo per le stradine che risalgono le pendici del Grignone. A quota 1000m circa incrociamo la Traversata Bassa, che porta verso la Grignetta e ci infiliamo di corsa in questo lungo traverso boscoso che si rivela un vero piacere nella limpida luce del mattino. Arriviamo a Piani Resinelli (o Pian dei Resinelli) quando il GPS indica 9km e 1400m di quota.
Lasciamo la classica cresta Cermenate, la via più facile e diretta di accesso alla Grignetta e iniziamo ad aggirare la montagna sulla sinistra per la cosiddetta "Direttissima": una lunga digressione in mezzo alle decine di pinnacoli che costellano il fianco della Grignetta che guarda il Lago di Lecco. Il percorso cambia radicalmente perchè diventa molto tortuoso, si inerpica su balzi rocciosi, taglia pendii esposti ed è fornito abbondantemente di catene, scale e cavi di acciaio. Anche in una bella giornata come questa, attenzione e prudenza massima sono obbligatorie per evitare scivolate pericolose; fortunatamente la compagnia di Ale e di tanti altri escursionisti mi infonde coraggio e non mi lascio pervadere dal timore di affrontare i tratti esposti. Questo si rivela determinante qui ed anche più avanti, perchè mi permette di usare bene le energie, invece di sprecarle a soffocare  inutili paure legate agli spazi aperti ed all'altezza. Purtroppo un attimo di disattenzione in un punto non pericoloso mi costa una scivolata sul sentiero ed una piccola ammaccatura alla coscia sinistra, che mi induce a fare la prima sosta merenda dopo quasi tre ore.
La vetta della Grignetta arriva senza particolari difficoltà ed il panorama che godiamo è invidiabile: visuale ottima sulle montagne circostanti e sulla Pianura Padana. Non c'è traccia di neve, nonostante il calendario ci dica che siamo a Dicembre e ci troviamo a circa 2100m di quota; solo l'aria freddina mi ricorda che ho scelto un abbigliamento un po' troppo leggero e mi induce a proseguire senza aspettare troppo.
Ci incamminiamo verso il Grignone, scendendo quindi dalla Grignetta verso la cresta Sinigaglia e affrontando quindi i tratti attrezzati piuttosto verticali che ricordavo da una passata escursione invernale. Il freddo è fastidioso perchè siamo sul versante in ombra, ma anche questi tratti sono superati senza eccessivi timori. Noto con Ale che si tratta di passaggi che, se non fossero attrezzati con grosse e sicure catene, richiederebbero abilità di tipo alpinistico. Per fortuna non troviamo brutte sorprese (ghiaccio o neve) durante la discesa del canalino Federazione e ci concediamo anche una digressione giocosa fuori dal sentiero, sul ghiaione dove sfoga il canale, divertendoci come matti  sul fondo instabile: le scarpette non trovano aderenza e la corsa diventa una serie di scivolate più o meno controllate.
L'adrenalina mi rende euforico e il tratto di sentiero in cresta che corriamo di seguito è vero piacere per il corpo e per la mente. Così come la risalita degli "Scudi": balze rocciose importanti con pendenze elevate che richiedono l'uso costante delle mani e delle catene predisposte a dare sicurezza nei numerosi passaggi esposti. Un paio di volte decido di sfidare le vertigini e, dopo aver afferrato una catena con due mani, mi volto ad apprezzare il vuoto che mi circonda e la visuale verso il Buco di Grigna, la Grignetta, il Lago e le montagne circostanti.
Impressionante.
Quando ci ricongiungiamo al sentiero "normale" che sale al Grignone, le mie energie sono agli sgoccioli ma il morale è altissimo, per cui decidiamo di andare in vetta a prendere un té caldo al rifugio Brioschi. Ci togliamo lo sfizio di essere gli ultimi a lasciare il rifugio intorno alle tre del pomeriggio e ci buttiamo a capofitto per la lunga discesa verso Pasturo, 1800m più a valle.
Quando rientriamo alla macchina la stanchezza si fa sentire, ma l'orgoglio ed il piacere dell'avventura appena conclusa la compensano ampiamente.
Il GPS segna 25km percorsi in 9h11min ed il computer, a casa, mi dirà che abbiamo percorso poco più di 2500m di dislivello positivo; paiono pochi in confronto alla spossatezza mia e di Ale, dato che entrambi abbiamo partecipato a gare di ultratrail con distanze e dislivelli molto maggiori, ma la sensazione è quella di essersi meritati la cena, oltre che di aver fatto qualcosa di buono per il corpo, lo spirito ed il mondo intero.

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